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Pisa riconosce l’unione di fatto

Il comune toscano apre il proprio Registro delle unioni civili alle convivenze di fatto. Il Forum delle associazioni familiari protesta

di Giampaolo Cerri

Famiglia tradizionale e famiglia di fatto: questa e quella pari sono? A Pisa ne sono convinti. Nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha infatti votato l?istituzione delle ?Registro delle unioni civili?, riconoscendo così, nei rapporti con l?amministrazione, il valore delle libere convivenze fra cittadini, comprese quelle fra persone dello stesso sesso. Unioni ammesse a beneficiare del piccolo welfare comunale: alloggi, servizi, ecc.
Un?ipotesi verso cui il Forum delle associazioni familiari – che ha celebrato in questi giorni la sua assemble nazionale – manifesta tutta la propria contrarietà.

«Cos?è la famiglia lo dice l?articolo 29 della Costituzione – ricorda il segretario Luisa Santolini – e cioè una società naturale fondata sul matrimonio». Ogni altra opzione è legittima, ma «non bastano solidarietà e affettività a fare una famiglia, occorre ?un impegno duraturo e fecondo? assunto pubblicamente verso la collettività». Significa esercitare un diritto e, al tempo stesso, assumersi dei doveri, spiegano al Forum. «È tanto vero che, quando ci si separa, ci sono obblighi reciproci da rispettare» prosegue Luisa Santolini.

L?equiparazione possibile fra famiglie e unioni civili, proprio non va giù: «Come si fa a mettere sullo stesso piano una coppia che assume questo pubblico impegno – si chiede il segratario del Forum – e un?altra che, per scelta, ha vincoli affettivi e, ancora per scelta, si esclude da impegni di reciproca responsabilità?».

Nessun giudizio moralistico: «Ogni scelta è libera – chiarisce – esistono diritti da salvaguardare, ma sono diritti dell?individuo, non dell?unione. I diritti della famiglia vengono prima».

Proporre di aiutare le famiglie di fatto, significa, secondo il Forum, «fare una polemica strumentale e surrettizia. In Italia questi nuclei sono 240 mila contro 20 milioni di famiglie vere, – osserva la Santolini – e di queste 2 milioni vivono sotto la soglia di povertà; sono le famiglie che si assumono gli impegni con i figli, che pagano le tasse e non sanno come arrivare al 27 del mese!».

Infine una frecciata polemica: «Strano destino quello della nostra Costituzione – commenta il segretario – a volte ignorata, come per l?articolo 29 o all?articolo 30 (?La Repubblica agevola con misure economiche le famiglie…?), a volte invocata alla lettera, come nel caso dell?art. 33, quello che ammette la scuola privata ma senza oneri per lo Stato?».

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